Gran Priorato di Roma
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Saluto del Procuratore ai nuovi Membri del Gran Priorato di Roma

La sera precedente l'investitura, durante la Veglia di Preghiera, S.E. il Procuratore Amb. Amedeo de Franchis, ha rivolto ai nuovi confratelli e consorelle il seguente saluto:

"Cavalieri, Dame, Donati e Donate, benvenuti a questa serata di veglia alla vigilia della vostra Investitura come membri del Gran Priorato di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta. Ricordatevi che la ricezione nell’Ordine non è un riconoscimento di benemerenze passate, una sorta di ricompensa, ma piuttosto una sollecitazione a fare di più e meglio. 

Una dimensione importante, direi essenziale, del profilo del membro dell’Ordine, quale che sia il suo livello, è il suo stile di comportamento. Questo deve essere esemplare sul piano della religiosità, della morale cristiana e dello zelo caritativo, tale da suscitare stima e rispetto sia tra i confratelli e le consorelle che all’esterno. Se sarete in posizioni di responsabilità, dovrete essere credibili nello svolgere un ruolo autorevole e nel promuovere l’immagine dell’Ordine. 

Mai come adesso infatti è stata così importante la salvaguardia di una buona immagine. Vanno curate con attenzione sia quella dell’Ordine di Malta nel suo insieme che quella individuale dei suoi membri.

Nella concezione tradizionale, risalente all’antichità, gli investiti di responsabilità istituzionali erano supposti modellare il loro atteggiamento sulla gravitas cioè su un modo di essere serio e distaccato, improntato ad una certa solennità. 

La tradizione cristiana ha qui innovato introducendo - come ricordato dal nostro Prelato, S.E. Reverendissima Mons. Jean Laffitte, nel 16° Quaderno di Spiritualità dell’Ordine - il modello dell’urbanitas: un modo “gentile, aperto, mite, rispettoso, umile” di trattare con le persone. S.E. il Prelato lo consiglia in particolare ai Cappellani ma credo che esso possa in linea di massima convenire a tutti i membri del nostro Ordine. Occorre, in altri termini, evitare ogni arroganza, alterigia, superbia o vacuo senso di superiorità.

Ciò non toglie però che ci tocchi impegnarci, con fermezza e determinazione, senza scendere a indebiti compromessi, nel far fronte alle nostre responsabilità di tuitio fidei e obsequium pauperum in quanto membri dell’Ordine. Non devono esserci Cavalieri, Dame, Donati e Donate in stato dormiente e neppure sonnolente!

Concludo questo saluto con le medesime parole che diressi ai vostri predecessori in occasione dell’investitura del giugno 2017: “Siete sì stati arruolati nell’Ordine, ma il vostro servizio inizia ora. E’ da adesso in poi che dovete dimostrare di essere dei buoni soldati della Milizia di S.Giovanni di Gerusalemme. Il fatto che siate stati ricevuti nell’Ordine prova che in voi è riposta fiducia. Non deludetela!”.  Ancora un caldo e confraterno benvenuto.