Gran Priorato di Lombardia e Venezia
Sovrano Militare Ordine di Malta

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Storia

La più antica testimonianza della presenza dei Giovanniti a Venezia è data da un testamento scritto a Rialto nell’agosto 1144 in cui «Menelda quondam uxor Otonis Faletri» residente nella contrada di San Pantalon, lascia una serie di legati a istituzioni, monasteri e congregazioni di Venezia, fra i quali «Ospitali de Hierusalem libras quinque [...] Templo Domini libras octo» dal che si desume che a quel tempo si erano già insediati in città sia i Templari sia i Giovanniti.

In un documento del 1180 Fra’ Arcibaldo, priore giovannita, si dichiara «frater Hospitalis Hierusalem et prior Sancti Edigidii de Venecia» il che prova che esisteva già un vero e proprio priorato e che lo stesso era intitolato a Sant’Egidio. Dalle ricerche effettuate non risultano a quel tempo altre chiese od oratori a Venezia con quel titolo. Ulteriore conferma dell’importanza del priorato veneziano proviene dal testo degli Statuti del gran maestro Fra’ Roger des Moulins del 1181 che espressamente citano il Priore di Venezia fra le nove cariche onerate di pagare un canone (in materie prime) per sostenere l’Ospedale di Gerusalemme, citandolo quindi fra le posizioni più influenti.

In un atto del 1273 Fra’ Engheramo si intitola «Dominus Inghiramus de Granara prior domorum Hospitalorum Sancti Iohannis Ierosolimitani de Prioratu Venetie et Lombardie».

Gli storici in passato hanno sostenuto che l'odierna sede dell'Ordine fosse stato in origine un bene dei Templari che gli Ospedalieri avrebbero successivamente ereditato dopo lo scioglimento dei primi. Questa tesi si basa principalmente sul fatto che in alcuni documenti antichi il luogo dove sorge il priorato è chiamato anche «San Giovanni del Tempio». Tuttavia in tempi più recenti questa tesi è stata accantonata.

Da un lato infatti è stato appurato che il predicato «del Tempio» risulta associato spesso ai Giovanniti con riferimento a beni che però nulla hanno mai avuto a che fare con i Templari. Dall'altro lato è stato letto più attentamente l'atto del 9 novembre 1187 con cui l'Arcivescovo di Ravenna Gerardo fa donazione ai Giovanniti di alcuni terreni siti in Venezia in località Fossaputrida «ad honorem Dei et beati Apolinaris et ecclesia Ravennatis et beati Iohannis in Ierusalem», affinché vi fossero costruiti uno «spedale» e una chiesa.

Vi sono poi altri elementi che confermano l'origine giovannita dell'odierno complesso granpriorale di Venezia e, fra questi, gioca una rilevante importanza il documento del 1312 col quale i Giovanniti chiesero alla Serenissima l'attribuzione dei beni già templari esistenti a Venezia in cui San Giovanni del Tempio non è menzionato. Un ulteriore elemento è di tipo etimologico. La maggior parte delle precettorie templari in Europa è intitolata alla Beata Vergine e anche il complesso templare più importante a Venezia era la chiesa di Santa Maria in Broglio (o Brolo cioè orto) mentre non si conoscono sedi templari intitolate a San Giovanni Battista.

Anche il lascito del 25 luglio 1267 di Maria, vedova di Giacomo Gradenigo, la quale disponendo numerosi legati a favore di una novantina di chiese veneziane e del dogado, beneficia anche «Hospitalis Sancti Iohannis et Sancte Maria de Templo» conferma la preesistenza dell'ospedale Giovannita allo scioglimento dei Templari.

La più antica raffigurazione del Priorato, ci è data dalla famosa pianta di Venezia delineata da Jacopo de' Barbari nell'anno 1500. Nella xilografia di questo artista, diligente e fedele nel riprodurre la realtà, si vedono disegnati la chiesa e il convento di San Giovanni del Tempio, poi di Malta, nell'aspetto planimetrico e volumetrico che conservano tutt'ora. Infatti, molteplici restauri succedutisi in varie epoche hanno certamente mutato l'aspetto degli edifici, ma non la loro struttura fondamentale.

Perduta Malta nel 1798, ebbe inizio per l'Ordine un periodo molto triste della sua storia. Il Gran Priorato di Venezia, in esecuzione al decreto di Napoleone in data 30 aprile 1806, venne soppresso e i suoi beni divennero proprietà demaniale. Il Commendatore fra' Fulvio Alfonso Rangone, che era in quel tempo Ricevitore e Luogotenente del Gran Priore fra' Giovanni Battista Altieri, dovette consegnare gli edifici al demanio. Il Luogotenente di Gran Maestro dell'Ordine fra' Carlo Candida, eletto nel 1834, si adoperò energicamente presso la Santa Sede e altri governi ed ottenne la restituzione di molti beni. Nel 1839 furono ricostituiti gli antichi Gran Priorati di Lombardia e di Venezia in un unico Gran Priorato di Lombardia e Venezia, con giurisdizione anche nei territori di Parma, Modena e Lucca, con sede in Venezia, e Ferdinando I Imperatore d'Austria, con patente in data 5 gennaio 1841, restituì ai Cavalieri Gerosolimitani la chiesa di San Giovanni del Tempio, il palazzo priorale e il terreno adibito ad orto.

La restaurata sede del Gran Priorato di Lombardia e Venezia fu inaugurata solennemente il 24 giugno 1843, con l'intervento del Gran Priore fra' Giovanni Antonio Cappellari della Colomba (nipote di Papa Gregorio XVI) e del Bali' fra' Federico Arciduca d'Austria. Quest'ultimo moriva poi a Venezia nel 1847 e trovava sepoltura nel 1854 nella chiesa priorale in una tomba progettata dallo Zandomeneghi, con iscrizione di Emanuele Cicogna.

Nel 2012-2014 sono stati eseguiti radicali lavori di restauro, atti a risanare il palazzo del Gran Priorato e la Chiesa, che avevano subìto danni notevoli a causa delle alluvioni e delle frequenti alte maree che in questi ultimi anni hanno colpito Venezia. La Chiesa ed il chiostro sono stati ultimati ed inaugurati il 24 maggio 2014.

 

Per approfondimenti:

Corte San Giovanni di Malta

C. Riva di Sanseverino, Il Gran Priorato di Lombardia e Venezia, IDEE, 2018.

C. Riva di Sanseverino, The Grand Priory of Lombardy and Venice, IDEE, 2019.