Modena - pacchi regalo e buoni spesa per famiglie in difficoltà.

Venerdì 16 novembre, nei locali della parrocchia di San Giuseppe - San Biagio di Modena, in via Piave, nell'ambito dell'iniziativa "regala un gioco", sono stati distribuiti regali, donati da diversi benefattori, e buoni spesa Esselunga donati dalla Delegazione Emilia Occidentale a famiglie indigenti, spesso con bambini, e a persone in particolare difficoltà sociale. I locali sono stati allestiti nello spirito del Natale, con l'albero illuminato, i pacchi dono colorati, i dolciumi, i giochi per i più piccoli. Un ambiente che anticipava un clima di festa e che ha visto una grande partecipazione di persone e di famiglie. Anche a Modena, dopo i due anni di pandemia la situazione non sembra essere molto migliorata, considerando che ora ci troviamo ad affrontare altri problemi che gravano fortemente sulle famiglie, come il caro energial'aumento dei prezzi e la mancanza di un lavoro stabile.
Alla raccolta regali, coordinata da Anna Chiara Tacoli, hanno aderito numerose persone, che si sono rese partecipi di un atto concreto di solidarietà nei giorni del Natale, dove più è sentito il desiderio di essere vicini a chi ha bisogno del nostro aiuto. Alla distribuzione, erano presenti Anna Chiara Tacoli, Vincenzo Guidotti Mistrali, Emanuela Spalletti Trivelli, Elena Forni, Roberto Manicardi, Carlotta Lasagni, Adriana Giordano. Sono intervenuti anche il Delegato Granpriorale Paolo Conforti e il responsabile Caritativo della Delegazione Danilo Saccani.
Queste iniziative ci fanno riflettere sulla necessità di ritornare a forme di welfare dirette e più prossime alle persone, dove il vicino di casa sia in grado di intercettare vecchie e nuove situazioni di disagio ed orientarle alla rete sociale del territorio e a quanti, come l'Ordine di Malta, riescono a costruire progetti di solidarietà. Molte persone, nonostante la grave situazione di difficoltà, non chiedono aiuto per vergogna di denunciare una condizione di povertà che si trovano ad affrontare per la prima volta. La pandemia ha inoltre cronicizzato alcune forme di individualismo. Torniamo dunque ad incrociare gli sguardi delle persone, a partire dai più fragili. Ora più che mai è forte il bisogno di comunità.