Storia delegazione Lombardia
La storia della Sacra Militia di San Giovanni di Gerusalemme in Lombardia è estremamente ricca e vivida di testimonianze storiche sparse sul territorio, di manufatti architettonici e documenti presso archivi storici di Stato e diocesani (molto utili le visite pastorali dei cardinali Borromeo e Pozzobonelli).
Dal XII al XVIII secolo numerose tracce hanno segnato lo sviluppo di una rete di hospitia, commende, baliaggi, precettorie e chiese priorali istituite a partire dal Medioevo facilitate dalla presenza di antiche vie consolari trasformate in vie di fede dirette verso Roma per compiere la visita ad limina apostolorum (alle tombe dei Santi Pietro e Paolo), Santiago de Compostela e Gerusalemme (ove i Giovanniti iniziarono la loro attività ospitaliera aprendo un hospitium nel quartiere del Muristan, poco distante dalla Basilica dell’Anastasis ove convergevano numerosi pellegrini). Nella nostra regione i Giovannitideterminarono lo sviluppo delle tecniche agricole, dell’architettura, delle arti,della farmacopea e della spiritualità favorendo numerose vocazioni di assistenza verso i Signori Ammalati ed i Poveri.
Le numerose strutture dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, poi detto di Rodi e di Malta gestite in Lombardia vennero governate dal medioevo sino al tempo di Napoleone ed hanno segnato la storia ecclesiastica del nostro territorio, dei beni fondiari e delle famiglie di alto lignaggio.
Sappiamo dai numerosi atti e membracei custoditi presso l’Archivio di Stato –all’interno del fondo religione (nelle cartelle dell’Ordine di Malta)- i Giovanniti possedettero sino all’invasione francese del 1797 -che portò alla soppressione degli Ordini Religiosi- numerose strutture, rendite immobiliari e grance.
Il Sovrano militare Ordine ospedaliero di San Giovanni –oggi SMOM- ha determinato la nobile prassi dell’aiuto ai poveri –che attinge al carisma dell’obsequium pauperum-, e molti nostri attuali nosocomi sono sorti proprio sopra precedenti strutture ospedaliere, o nelle immediate vicinanze. L’operosa cultura lombarda pare abbia attinto suggerimenti dalla militia giovannita -detta peraltro dagli storici “dell’Ospedale” distinguendola da altri Ordini Cavallereschisorti nel XII secolo- ed ha determinato numerose strutture di aiuto ai Signori Ammalati e basi logistiche per il transito di una grande quantità pellegrini. La storia delle diocesi lombarde segnala numerose funzioni assistenziali ed ospitaliere iniziate proprio dai Giovanniti, tanto da poter dire che queste tradizioni umanitarie e sociali sono state a noi tramandate. Il lontano passato ed i nobili propositi dei Cavalieri Gerosolimitani hanno segnato così l’umanità della nostra regione.
Il secondo carisma –la tuitio fidei- è presente nell’indole dei numerosi sostenitori dell’ortodossia cattolica, come testimoniato dai tanti Cavalieri lombardi che hanno saputo determinare l’amore per l’unità della Chiesa.
Tanti gli aristocratici appartenenti all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta presenti in diversi documenti:
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l’Arcivescovo milanese Ottone Visconti;
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il celeberrimo poeta Bonvesin della Riva investito -per le mani del Precettore Fra’ Francesco della Rocca- il 9 settembre 1296 nella Chiesa di S. Croce presso l’hospitium “De ultra Mare” promettendo di offrire doni ciascun anno per la festività di San Giovanni Battista («una candela e dodici denari alla domus milanese»). Bonvesin fu così accolto dalla comunità giovannita milanese che «lo associava a tutte le preghiere e a tutti i suffragi che essa potrà conseguire con esercizi spirituali, opere di pietà e carità, assistenza agli infermi e ai poveri, e a tutti i meriti che l’Ordine possa acquistare», troviamo tale indicazione anche negli studi di Mons. Ratti.
Tra gli illustri gerosolimitani occorre precisare che ben tre Inquisitori a Malta, rispettivamente nel 1581-82, nel 1653-54, nel 1759, divennero arcivescovi di Milano, (fra cui il card. Federico Borromeo e il Card. Angelo Maria Durini). Ed ancora Giovanni Verri combatté su un vascello dell’Ordine nel 1769 contro i corsari; Don Giulio Litta invece fu il “ministro plenipotenziario dell’Ordine di Malta” in Russia. Incommensurabile la lista di molti altri nobili milanesi che per esigenze di spazio non possiamo qui inserire e dei quali gli archivi storici serbano a perpetua memoria la grandiosità.
Tra uno degli eroi della difesa di Malta è Gabrio Serbelloni nato a Milano nel 1509 da nobile ed illustre famiglia ed iniziò la carriera militare a diciassette anni, agli ordini del cugino Gian Giacomo Medici -il famoso «Medeghino»- che, apprezzandone le qualità, gli affidò subito la difesa di Lecco. Quando poi il Medici passò agli stipendi dell’Imperatore Carlo V, il Serbelloni ne seguì la sorte;
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Monsignor Gaspare Visconti -che divenne l’Arcivescovo di Milano- è figlio del Conte Giovanni Battista e di Violante di Princivalle Visconti (e fratello del benefattore Galeazzo), già Uditore di Rota, venne inviato da Papa Gregorio XIII nell’anno 1580 a Malta per ricomporre la crisi sorta tra i Giovanniti nell’isola poiché da diversi anni l’Ordine era affaticato da agitazioni e soffriva dell’indisciplina di alcuni cavalieri (il Gran Maestro Pietro da Monte aveva tollerato che i cavalieri praticassero la “guerra da corsa”). L’indisciplina suddetta culminò nclla deposizione dello stesso Gran Maestro Jean Levèsque;
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Michelangelo Merisi detto “Caravaggio” (pittore e cavaliere gerosolimitano nel 1608 presso l’isola di Malta per volere del Gran MaestroFra’ Alof de Wignacourt);
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Angelo Maria Durini dei Conti di Monza nacque a Milano il 24 maggio del 1725 dal Conte Giuseppe e dalla Contessa Costanza Barba, famoso per aver composto il «Codice Durini» fra la villa di Milano e la Villa Mirabello di Monza (ora inglobata nel Parco Imperiale);
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il «Cavaliere» Giovanni Verri;
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il Balì Conte Carlo Ignazio Gamberana;
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il Conte Giulio Renato Litta Visconti Arese fu –successivamente alla conquista dell’isola di Malta- nel periodo della diaspora russa “ambasciatore dell’Ordine di Malta” a Pietroburgo e riprogrammò la Marina militare come “vice ammiraglio delle Russie” (una lapide commemorativa lo ricorda nella cripta della Parrocchia di Santa Maria alla Porta di Milano. Un ritratto del Litta e un quadretto col suo stemma con la croce di Malta e le decorazioni imperiali russe campeggiano presso l’ Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano, unitamente ai carteggi dell’Archivio dei Litta).
Tante le strutture giovannite a partire dal capoluogo di regione: la commenda di “Santa Croce”, indicata presso i membracei come “Domus Hospitalis”, è sita presso porta Romana. A Pavia troviamo la Commenda di “San Giovanni alle Vigne” (primi documenti attestanti detta struttura del 1227) e di “San Guglielmo” a Pavia (ricostruita nel XVI secolo), sappiamo che i Cavalieri Giovanniti erano nella città dal 1150 e solo dal secondo quarto del XIII secolo sappiamo edificarono un hospitium. La diffusione di strutture giovannite crebbe a partire dal XII secolo in località che oggi sono capoluoghi di provincia:
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Cremona – I Cavalieri di San Giovanni si insediarono a Cremona nella seconda metà XII secolo, da un documento apprendiamo che il 15 marzo del 1151 il Vescovo Oberto concedeva al priore degli Ospitalieri di S. Giovanni Lantelmo di Lomello (della città di Genova) l’investitura del preesistente hospitium cremonese di S. Michele con alcuni edifici annessi e vari beni a favore dell’Ordine.
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Lodi – A Lodi la presenza giovannita è attestata in San Giovanni «Piccinino». La città laudense svolse un importante funzione nel Medioevo per i pellegrini diretti in Palestina e che transitavano lungo la «via maestra dei pellegrinaggi», come venne definita la grande strada Milano-Piacenza; infatti Lodi rappresentava un naturale luogo di sosta, dopo S. Giuliano, Melegnano e Tavazzano. La prima «Domus Hospitalis» di S. Giovanni di Gerusalemme risulta fondata a Lodi vecchio verso la metà del secolo XII, non lungi da uno hospitium intitolato al Santo Sepolcro, dovuto al lascito di Gisilberto Cainardo, pio cittadino lombardo, che aveva partecipato alle Crociate. La prima notizia risale al 1161, ma certamente l’ente sorse contemporaneamente a quelli di Milano, di Pavia. Con la costruzione di Lodi nuovo, gli ospizi per i pellegrini si trasferirono nella nuova città. San Giovanni «Piccinino» Cartelle dell’Archivio di Stato di Milano sulla Commenda di S. Giovanni Piccinino di Lodi ed elenco dei cabrei e dei verbali delle visite di miglioramento e priorali.
Si segnalano altre importanti strutture:
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Ponte sull’Adda sono degni di ricordo l’hospitale e la chiesa del Santo Sepolcro sulla strada per Crema e le tre fondazioni dei Gerosolimitani che testimoniano il frequente passaggio dei pellegrini Romei e dei Palmieri.
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San Gualtiero fondò anche l’Ospizio della Misericordia (che dopo la sua morte ne assunse il nome) sulla via Lodi-Milano e istitui altri ricoveri presso Vercelli, a Tortona, a Crema, a Melegnano, così dimostrando di avere appreso le regole dell’Ordine Gerosolimitano, che chiama «Signori» i poveri infermi ed i pellegrini e come tale li tratta perché fratelli in Cristo.
Altre, poco citate, priorie della bassa Lombardia:
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La Commenda di Inverno (“Castra Hiberna”) è un’importante risorsa fondiaria nel pavese, ad Inverno esiste un bel castello che fu dell’Ordine Giovannita che sorgeva fra Pavia e Brescia percorso da molti pellegrini che venivano ospitati nella commenda di “Commenda di S. Giovanni”,
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Un’altra precettoria sorgeva non lontano dalla “rocca di Inverno” a Borghetto di Villanterio, lungo un’altra direttrice -che costeggiava il Po- che portava ad Ospitaletto a Linarolo, per giungere alla Commenda di Miradolo. Ai fini storici è molto importante quest’area poiché queste strutture erano rette da un priore che nel 1204 emanò uno “Statuto”, il documento è uno dei più antichi regolamento rurale dell’Alta Italia.
Tante le strutture che divennero giovannite in seguito all’emanazione della “Bolla “ad Providam” di papa Clemente V, anche la Lombardia segnò il passaggio di numerose ex precettorie: la templare Santa Maria de Templo divenne la “Commenda di Santa Croce e Santa Maria del Tempio”, in taluni mappe è invece indicata come “Commenda della S. Religione di S. Giovanni di Gerusalemme” (vedasi “L’Orma” luglio 2008); così anche a Bergamo e Brescia, Lodi e a Castel Lambro.
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Brescia – Presso la città troviamo la “Mansio Templi” e la Commenda di Brescia entrambe sorsero intorno alla metà del secolo XII come hospitia per i pellegrini. Si ha memoria di altre strutture ospitaliere come quelle di San LazzaroSant’Antonio per gli affetti dal morbo dell’herpes zoster (volgarmente detto “fuoco di S. Antoni”. Diverse altre strutture ed hospitali esistevano a Palazzolo ed a Pontoglio, alle testate dei due ponti, ed a Lonato,magione dei Templari e a quella dei Giovanniti- esisteva extra moenia un’altra struttura l’Hospitale di S. Giovanni che dava ospitalità ai numerosi pellegrini, soprattutto la notte, quando si chiudevano le porte.
-per i lebbrosi- e di mentre Brescia -oltre alla
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Bergamo – La presenza giovannita è attestata da numerosi documenti presso l’Archivio di Stato di Milano ove compare l’indicazione di una Commenda di San Giovanni dell’Ospedale e di S. Maria del Tempio (costituita dall’unificazione della Domus Templi dedicata a Santa Maria Elisabetta del Tempio, come in Milano –e Pavia- in una sola Commenda cittadina). Le cartelle della commenda bergamasca e l’elenco dei cabrei e dei verbali delle visite di miglioramento e priorali ci rivelano un’entità patrimoniale consistente.
Le commende lombarde dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta vennero soppresse alla fine del XVIII secolo, tutte confiscate e ridotte a ruderi. La più importante, quella milanese, fu demolita ai primi del XX secolo per consentire la costruzione di padiglioni del Policlinico di Milano.
Dipendenti dalla commenda di Santa Croce e Santa Maria del Tempio, poi detta “di San Giovanni” in Milano:
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Aicurzio in Pieve di Vimercate (Arcidiocesi di Milano), di cui esistono due strutture che richiamano la loro presenza: “Castri Negrini” (Castel Negrino) e “Villa La Commenda” (detta anche “Villa Malta”). La gloriosa presenza giovannita presso questo comune brianteo è confermata anche dall’araldica civica in cui campeggia una croce ottogona argentata su campo azzurro in ossequio alla Repubblica Amalfitana che costituì il primo hospitium di San Giovanni presso il Muristan e al fondatore della “Sacra Militia di San Giovanni Battista”, fra’ Gherardo de Saxo, nativo di Scala (comune amalfitano). L’antica cappella priorale era dedicata a San Jacopo in ossequio alla chiesa milanese di “San Jacopo in Nussigia” a Milano, nei pressi della “Via Cavalchina” a Porta Nuova (vedasi “L’Orma” ottobre 2008).