Auguri e saluti del Delegato
Il SANTO NATALE E L’INIZIO DEL NUOVO ANNO SONO L’OCCASIONE PER RIVOLGERE A TUTTA LA DELEGAZIONE DI LOMBARDIA DELL’ORDINE DI MALTA GLI AUGURI PIÙ FERVIDI ED AFFETTUOSI DEL DELEGATO.
L’anno che sta finendo è trascorso con l’alternanza di gioie e di dolori: le prime hanno arricchito le nostre giornate di momenti felici, di imprese riuscite nei loro intendimenti, di parole ricevute e offerte che hanno riscaldato il cuore, di amicizie antiche e nuove che hanno permesso di condividere le nostre ore migliori e le nostre ansie. I dolori hanno colpito molti di noi con la perdita di persone care, con la sollecitudine rivolta alle persone in difficoltà da cui abbiamo percepito la vera tribolazione e il coraggio. Tutto questo corredo lo deponiamo con commossa devozione e immensa gratitudine, di fronte al Presepe, al Dio Bambino che da 20 secoli rinnova la sua presenza confortante e ricca di promesse.
Non posso dimenticare in questo saluto e ringraziamento di fine anno, i nostri Cappellani, i superiori che hanno responsabilità di Governo nell’Ordine e nel nostro Gran Priorato, i dirigenti del CISOM, del Corpo Militare, dei Pellegrinaggi, dei Comunicatori, in particolare ai redattori de “l’Orma” , e sopra tutti un grato e devoto pensiero a S.A.Em.ma il Gran Maestro frà Giacomo della Torre del Tempio di Sanguinetto, luminoso punto di convergenza di tutto l’Ordine di San Giovanni.
La mia missione di Delegato dell’Ordine di Malta per la Lombardia, dopo 12 anni di servizio, è giunta al termine, e fra non molto l’Assemblea delle Dame e del Cavalieri della Delegazione designerà il Confratello che subentrerà nel ruolo per il prossimo quadriennio. Sono certo che il nuovo Delegato saprà con passione e generosità offrire con Voi tutti, Care Consorelle e cari Confratelli, tempo, energie e amore per i Signori Malati e i Poveri, sviluppando con responsabilità ed in armonia, le azioni della Delegazione volte a questo fine.
Sia sempre alla base di ogni spinta caritativa, il fondamento della nostra Fede che è la vera ragione che muove i nostri passi.
Guglielmo Guidobono Cavalchini