Storia delegazione Piemonte - Valle d'Aosta

Dal 1113...

La presenza in Piemonte dei Cavalieri Gerosolimitani, detti poi di Rodi ed oggi di Malta, risale agli inizi del XII secolo: già nella bolla istitutiva di Pasquale II del 1113 compariva una presenza gerosolimitana ad Asti attestatasi poi dal 1169 presso la chiesa del Santo Sepolcro (oggi San Pietro in Consavia) dove risiedeva spesso il Priore regionale, definito nel 1179 de Longobardia. Essa assunse ben presto un notevole rilievo nel contesto sociale e religioso del tempo e certamente l'importanza della posizione geografica della regione, evoluta e ricca di commerci, influì sul copioso ed ordinato sorgere di "mansioni", "ricettorie" ed "asili" dei Cavalieri Ospitalieri presso i quali pellegrini, commercianti e viaggiatori trovavano, insieme a bisognosi e malati, preziosa assistenza. Tanto che nel 1467 gli ambasciatori del duca di Milano presso la Santa Sede sostenevano fosse inopportuno trasferire a Milano la sede dei Cavalieri poiché “in Pedemonte sono più comandarie et più grosse de la religione sua che altrove” (Renato Bordone).
Moncalieri rivendica una delle prime presenze attive ed organizzate dell'Ordine in Piemonte. Tanti altri nomi di città e paesi piemontesi seguono a quello ed in Torino la loro presenza è da considerarsi certa attorno al 1250. In quel periodo è infatti documentata la proprietà nel quartiere di San Solutore, appena fuori delle antiche mura romane, all'angolo sud-est, di una loro chiesa dedicata a San Severo e di un ospedale dedicato a Santa Brigida, unito ad un convento o meglio ad una casa per ospitalità. Per ragioni militari, questo complesso fu distrutto nel 1547 dalle truppe francesi che allora occupavano buona parte del Piemonte ma, dai verbali di una visita priorale alla Commenda di Torino nel 1589, risulta che i terreni sopra indicati, per un complesso di oltre 18 giornate, subito oltre l'antica porta Fibellona e confinanti con quella che sarebbe poi stata l'attuale via Po, erano ancora di proprietà dell'Ordine. Nel tempo, a partire dal XIII secolo, sorsero in Piemonte numerose Commende Gerosolimitane, alcune delle quali dovute anche all'incorporazione di beni dell'Ordine dei Cavalieri del Tempio (Templari) soppresso nel 1312.
Queste Commende solitamente dipendevano da un Baliaggio o da un Priorato. In Piemonte e nella Val d'Aosta esse dipendevano, per competenza territoriale, dal Priorato di Milano. Dopo la restaurazione Sabauda in Piemonte, il Duca Emanuele Filiberto il 25 novembre del 1561 volle confermare i privilegi di cui l'Ordine aveva sempre goduto nei territori governati da Casa Savoia.
In Torino, dove nell'anno 1365 era stata eretta una Commenda Gerosolimitana, i Cavalieri ebbero dal 1474 la loro "magione" in un immobile che sorgeva all'angolo delle attuali Vie Garibaldi e XX Settembre, edificio che si trovava nel territorio dell'allora parrocchia di Sant'Agnese, oggi esistente in città in tutt'altra zona, e la cui area parrocchiale è attualmente compresa in quella del Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni Battista, Santo Protettore della Città e dell'Ordine di Malta.
La crescita economica ed ospedaliera dei Cavalieri in Piemonte fu sempre sicura e costante, favorita da donazioni e lasciti testamentari, integrata a volte da saggi acquisti.
Da questi beni, agricoli ed immobiliari, che come in Piemonte erano sparsi in tutta l'Europa cattolica, l'Ordine Gerosolimitano trasse nel tempo i redditi che gli consentirono di poter esercitare in proprio, per secoli, la signoria su isole-stati, quali l'arcipelago di Rodi (1310-1522) e l'arcipelago di Malta (1530-1798), sempre ostacolando, com-battendo sul mare, l'espansionismo islamico verso il nostro continente e sostenendo la difesa di tante coste d'Italia e dell'Europa mediterranea dalle feroci e rapaci scorrerie della pirateria barbaresca.
Questi proventi economici, inoltre, favorirono la nascita e la conduzione di molti tra i primi nosocomi piemontesi che, con le trasformazioni e gli adattamenti dei tempi e seppur non più di proprietà dell'Ordine di Malta, ancor oggi continuano nella loro preziosa attività assistenziale. Tra questi, a titolo di esempio, possiamo citare l'Ospedale di Santa Croce di Moncalieri.
Nel tempo la Commenda di Torino fu riccamente dotata ed a Reaglie, sulla collina che contorna oltre il Po la Città, ebbe anche una sua propria chiesa dedicata a Santa Margherita. A Reaglie i beni della Commenda Melitense erano molto estesi in quanto tutta la valle era di proprietà dell'Ordine.
Essa era suddivisa in tre grandi cascine dette rispettivamente "L'Osteria", la "Commenda" ed il "Tetto d'Adamo". A queste proprietà si aggiunsero poi terreni all'Abbazia di Stura, Vanchiglia, Valdocco, Lingotto, Gerbido e San Martino ed una cascina a Lucento, rovinata nelle operazioni belliche del 1640, poi ricostruita e nuovamente dan-neggiata nell'assedio francese del 1706.
La Commenda di Torino, data l'importanza assunta dalla città, allora capitale del Regno di Sardegna, venne elevata in Baliaggio per decreto del Sovrano Consiglio dell'Ordine in data 11 febbraio 1761, in sostituzione di quello di Cremona.
Al momento dell'esproprio e della confisca di tutti i suoi beni, in conseguenza della rivoluzione francese e dell'occupazione militare da parte della Francia della regione, l'Ordine di Malta aveva in Piemonte un Baliaggio e 33 Commende. Esso, inoltre, possedeva proprietà agricole con una superficie complessiva di oltre 6.150 ettari, sparse in 197 degli attuali 1.280 comuni del Piemonte e Valle d'Aosta. Su di esse sorgevano beni immobiliari, quali cascine, mulini e cappelle, mentre nei centri urbani e nelle città l'Ordine possedeva castelli, palazzi, chiese, conventi e fabbricati civili.

 

Nascita delle Delegazioni

Passata la bufera napoleonica, che aveva cancellato anche nel Piemonte, forzatamente annesso alla Francia, ogni presenza della Religione Gerosolimitana come in tante altre parti d'Europa, l'Ordine di Malta riprese la sua attività riorganizzandosi, e nel 1839 (dopo quello in Roma del 1816), costituiva un nuovo Gran Priorato in Venezia che da allora ebbe giurisdizione su tutta l'Alta Italia. Con un decreto del 3 ottobre del 1844, Sua Maestà Carlo Alberto, Re di Sardegna, consentiva sui territori del suo regno l'attività dell'Ordine. Nei decenni seguenti, dopo le guerre d'indipendenza nazionale e la fondazione del Regno d'Italia, gradualmente si aprirono nelle principali città italiane delle rappresentanze ufficiali dell'Ordine di Malta. Esse assunsero poi, in conseguenza anche di accordi raggiunti con le Autorità del Regno, il nome di Delegazioni che conservano tutt'ora; una di queste fu stabilita a Torino. Ritornò così in questa Città la presenza organizzata dei cavalieri Melitensi, che tuttavia non era mai venuta meno, con l'appartenenza all'Ordine di Malta di diversi suoi cittadini e residenti.
Con la sua riorganizzazione, l'attività dell'Ordine si rivolse precipuamente al rispetto delle sue multisecolari e meritorie tradizioni di assistenza sanitaria, ed in tale contesto convenne e stipulò con diversi Stati Europei convenzioni con le quali l'Ordine si impegnava a fornire, e gli Stati contraenti accettavano, aiuti sanitari organizzati alla pari di quelli nazionali, in periodi di guerra o di gravi calamità pubbliche. Il primo accordo tra l'Ordine di Malta e l'Italia in questo settore fu firmato il 29 febbraio del 1884.

 

Due guerre mondiali

Fu così che la Delegazione di Torino, essendo Delegato il Balì Gran Croce di Onore e Devozione Barone Alessandro Guidobono Cavalchini Garofoli, si distinse, insieme ad altre Delegazioni, per la generosa attività di assistenza sanitaria durante la prima guerra mondiale del 1915-1918 grazie alla presenza di suoi appartenenti, Cavalieri e Dame, negli ospedali da campo e sui treni-ospedali dell'Ordine, che dal fronte conducevano i feriti nelle retrovie. Tale presenza e partecipazione operativa furono poi ancora maggiori durante gli eventi bellici che coinvolsero tragicamente la nostra Patria dal 1940 al 1943 durante la seconda guerra mondiale, e dal 1943 al 1945 durante la lotta di liberazione nazionale. Il Delegato del tempo, Balì Gran Croce di Onore e Devozione Barone Antonio Guidobono Cavalchini Garofoli, che già aveva comandato treni-ospedale nella guerra 1915-1918, ebbe pari comando in questo conflitto trasportando in Patria feriti dal fronte russo.
Nel mese di maggio del 1944, nel pieno della guerra e della lotta civile che straziava il Paese, il Gran Maestro affidava al Delegato Gran Priorale di Torino predetto pieni poteri per tutta l'Alta Italia come unico rappresentante dell'Associazione Italiana dei Cavalieri di Malta. Nonostante le innumerevoli difficoltà del momento, la Delegazione Torinese riusciva ad istituire, quasi immediatamente, due Ospedali dell'Ordine di Malta in Torino, riconosciuti ed autorizzati, insieme ai Cavalieri ed al personale militare dipendente, dalle autorità germaniche di occupazione e da quelle della Repubblica Sociale Italiana, che "di fatto" controllava allora tutto il nord Italia.
Il primo di questi ospedali con 100 letti era stato posto in funzione presso l'Istituto Alfieri Carrù, in Via Accademia Albertina 14, ed il secondo con 50 letti presso la Clinica Sanatrix, in Viale Thovez all'angolo con Via Giovanni Lanza, dove erano ricoverati i feriti ed i malati più gravi. Inoltre, sino a liberazione avvenuta, furono aperti quattro posti di "Pronto Soccorso" in diverse zone decentrate della città, uno dei quali era situato presso gli stabilimenti FIAT.
Analogo servizio ospedaliero, sempre sotto la direzione della Delegazione di Torino, fu espletato a Milano, dove sorsero due Ospedali, il primo presso la Clinica della Maternità ed il secondo presso la Clinica "Città di Milano". Quest'ultimo si trasformò poi in "Centro di Chirurgia plastica e ricostruttrice". A Milano, sempre in quel medesimo periodo, furono inoltre allestiti un "Pronto Soccorso" nella zona di Porta Romana, un Ambulatorio per bambini e quattro Dispensari. Altri due Dispensari furono aperti a Bergamo ed uno a Garbagnate Milanese. Nell'espletamento del servizio furono sempre osservate le norme del R.D.L. del 5 gennaio 1938, n. 23, relativo al funzionamento degli ospedali in vigore presso il Regio Esercito Italiano in tempo di guerra. Gli addetti, 180 tra ufficiali, sottufficiali e soldati a Torino e 98 a Milano, furono tutti militarmente inquadrati e portarono sulla gloriosa divisa grigioverde, unica unità organica nel territorio nazionale controllato dalla Repubblica Sociale Italiana, le stellette con in cuore la bianca croce di Malta, anziché il gladio romano. L'assistenza sanitaria e religiosa fu prodigata indistintamente senza alcuna restrizione e sovente con gravissimi pericoli a civili, partigiani e militari della R.S.I.
Le infermiere di questi Ospedali erano le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Alla fine della guerra, decaduti gli scopi che avevano consigliato di designare la Delegazione di Torino alla guida dell'Associazione Italiana Cavalieri di Malta per l'Alta Italia, in conseguenza della riunificazione del territorio nazionale, questa particolare rappresentanza cessò.

 

Ricostruzione

La Delegazione, immediatamente dopo la liberazione, collaborò attivamente con le autorità locali torinesi nell'assistenza sanitaria, allora assai precaria per le conseguenze belliche, a favore della popolazione, dei bisognosi, dei reduci e dei sinistrati. Partecipò inoltre generosamente, negli anni più difficili del dopoguerra, a sopperire, nei limiti delle sue possibilità, alla carenza dei generi alimentari, e negli anni 1945, 1946 e 1947, nella sola città di Torino, l'apposito Comitato Assistenziale della Delegazione distribuì gratuitamente 350.000 razioni di viveri ed aiutò oltre 26.000 famiglie. Data d'allora il continuo funzionamento nella nostra città dell'Ambulatorio Melitense e l'assistenza farmaceutica, entrambi gratuiti.
Dal 1946 al 1960 la Delegazione di Torino organizzò presso il Castello di Racconigi, regolarmente affittato, una “colonia estiva” gratuita funzionante su tre turni, in ciascuno dei quali erano amorevolmente ospitali 70 bambini particolarmente bisognosi per condizioni fisiche o familiari. Nei quindici anni in cui la colonia fu in funzione furono cosi complessivamente 3.150 i bambini che ne beneficiarono.
Dal 1° gennaio del 1949 la Delegazione Gran Priorale di Torino ebbe sede nell'”ala nuova” del Palazzo Reale, al civico 88 di Via XX Settembre. Nel dicembre di quell'anno nell'Istituto Alfieri Carrù, dove aveva operato negli anni 1944 e 1945 il principale dei due ospedali di Torino gestiti dall'Ordine di Malta, fu posta una lapide marmorea in ricordo.

 

1951: Polesine

Nel novembre del 1951 e nei mesi seguenti molti concreti aiuti economici ed in generi di conforto furono distribuiti dalla Delegazione a numerosi profughi che dal Polesine allagato erano giunti a Torino in molte migliaia, in cerca di ospitalità e lavoro, ed alcune di queste famiglie, al completo, furono ospitate gratuitamente, vitto compreso, per un periodo di tre mesi.

 

1956: Ungheria

L'insurrezione popolare ungherese scoppiata alla fine del mese di ottobre del 1956 contro il governo comunista di quello sfortunato Paese e la pesante reazione sovietica, che ivi si scatenò nel successivo mese di novembre, spinsero alla fuga, verso la libertà negli stati dell'Europa occidentale, centinaia di migliaia di profughi privi di tutto. Questo tragico ed imprevisto evento scosse profondamente tutta l'Europa, e verso i campi di raccolta degli esuli, sorti in molte località dell'Austria vicino al confine ungherese, affluirono da ogni parte generosi soccorsi. Tra gli altri, non mancarono certamente quelli dell'Ordine di Malta, e la Delegazione di Torino, in collaborazione con l'Ospedale Maria Vittoria della Città, vi contribuì con l'invio di quattro autocarri OM “Leoncino”, carichi di medicinali, vestiario, generi alimentari, che per due volte, tra il 14 e il 20 novembre e tra il 2 e il 7 dicembre 1956, con personale medico e di accompagnamento volontario, recarono sul posto il loro aiuto.

 

Una scuola per infermiere

Nel 1963 veniva istituita a Torino, dalla Fondazione "Pia Lobetti Bodoni" presso la Casa di Cura "Villa Pia" in strada Mongreno 180, una scuola di infermiere professionali con convitto, aperta pure ad allieve non italiane, che in seguito ad accordi con il Gran Magistero dell'Ordine veniva affidata all'Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (ACISMOM). Poterla frequentare era divenuto un traguardo ambito di studentesse italiane e di paesi stranieri, specialmente del terzo mondo, per la serietà e la completezza della preparazione che veniva impartita da valenti docenti e dalle Suore Carmelitane di Santa Teresa. I suoi diplomi professionali erano riconosciuti dall'Italia e da tutti quegli Stati con i quali il Sovrano Militare Ordine di Malta manteneva rapporti diplomatici. La scuola è stata in piena attività fino al 2000, quando sono entrate in vigore le nuove norme che prevedono per il personale infermieristico una formazione a cura delle università.

Il primo day hospital di Torino

Analoga opera di ammodernamento, con il fattivo aiuto dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, fu poi compiuta nei locali attigui (Corso Regina Margherita 107a) alla Scuola materna, nei quali era ospitato un ambulatorio medico. Esso è intitolato ad Anton Dante Coda, già Direttore Generale dell’importante Istituto Bancario. Per diversi anni nel dopoguerra l'Ordine gestì pure un dispensario popolare a Sassi, sulla strada per San Mauro Torinese.
Dal 1971, essendo allora Delegato il Cavaliere Gran Croce d'Obbedienza Marchese Carlo Thaon di Revel, ebbe principio la collaborazione con il Centro di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino. Presso l’ambulatorio furono installati 4 letti, corredati degli apparecchi di dialisi, gestiti dalla Delegazione con l’assistenza medica del Centro. Lo scopo dl day hospital era quello di addestrare i pazienti ad effettuare la dialisi presso le loro abitazioni, con l’aiuto dei familiari, con evidente miglioramento della qualità della vita ed anche alleggerimento della struttura ospedaliera. Una diversa visione dell’organizzazione sanitaria regionale ha portato alla chiusura della postazione alla fine del 2005.
In un ufficio contiguo è stata ospitata a lungo la sede regionale dell’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati), ora anch’essa traslocata in una nuova sede.

La Scuola Materna

La scuola fu fondata dal Re Carlo Alberto di Savoia nel 1832 per le famiglie più povere residenti nella zona di Porta Palazzo, nel contesto dell'indirizzo scolastico minorile allora propugnato in Italia con finalità patriottiche e nazionali dal sacerdote Ferrante Aporti. 
E' la scuola materna più antica di Torino e del Piemonte ed oggi come allora è sempre stata gestita dalla congregazione delle Suore di San Giuseppe di Pinerolo, un ordine religioso femminile dedito alle opere di misericordia ed in particolare alla cura dei bambini, degli anziani, dei malati e dei carcerati.
Dalla fondazione ha funzionato ininterrottamente e fu interamente sostenuta sino al 1946 dalla Real Casa ed in seguito, divenuto Bene Demaniale. Fu affidata alla Delegazione di Torino dell’Ordine di Malta che ha affiancato lo Stato e il Comune di Torino nel sostegno economico all’istituto.
Lo stabile che lo ospita, prima “Bene della Corona” ed oggi bene Demaniale, fu ampliato una prima volta nel 1898, come testimoniano alcuni disegni conservati all’Archivio Storico della Città di Torino, ed una seconda nel 1915.

Negli anni seguenti al 1951, la Delegazione curò un completo ammodernamento interno mentre negli anni successivi furono compiute solo opere di manutenzione e adeguamenti normativi.
L’edificio ha svolto sempre un doppio ruolo, all’interno delle opere assistenziali della città.

Scolastico: al piano terra su corso Regina Margherita, all’angolo con via XX settembre sono collocati i locali dell’asilo, oggi completamente in funzione, come detto, come scuola cattolica paritaria. E’ frequentato da 85 bambini fra i 3 e i 5 anni, di cui molti stranieri. L’istituto fa parte della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM) e riceve dalla delegazione di Torino dell’Ordine di Malta un aiuto sostanziale per coprire le spese ed i compiti gestionali: dalle manutenzioni all’immobile, di proprietà demaniale, agli stipendi.

Sanitario: nel 1971 la parte ambulatoriale collaborò con il Centro di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino. Presso l’ambulatorio furono installati 4 letti, corredati degli apparecchi di dialisi, gestiti dalla Delegazione con l’assistenza medica del Centro. Lo scopo del day hospital era quello di addestrare i pazienti ad effettuare la dialisi presso le loro abitazioni, con l’aiuto dei familiari, con evidente miglioramento della qualità della vita ed anche alleggerimento della struttura ospedaliera. Una diversa visione dell’organizzazione sanitaria regionale ha portato alla chiusura della postazione alla fine del 2005. In un ufficio contiguo è stata ospitata a lungo la sede regionale dell’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati), ora anch’essa traslocata in una nuova sede.
Al piano primo sono collocati gli alloggi delle Suore.

 Ambulatorio pediatrico

 La Delegazione del Piemonte e Valle d’Aosta dello SMOM ha iniziato un importante progetto di recupero e risanamento dei locali  in precedenza adibiti ad ambulatorio per iniziare una nuova attività sanitaria rivolta ai più bisognosi .Il progetto prevede di istituire un ambulatorio pediatrico rivolto alle fasce deboli dell’immigrazione e della popolazione che attualmente non può usufruire direttamente dalle cure del servizio nazionale .
Si prevede la attivazione di due studi odontoiatrici ed uno oculistico oltre ad uno studio medico generico per la pediatria.
Il servizio sarà gestito da medici e operatori paramedici in attività di volontariato.
I lavori di preparazione e ristrutturazione dei locali sono iniziati il 16 gennaio 2015 e si prevede di attivare il servizio nel 2017.

Corsi di primo soccorso

Nel 1970 hanno avuto inizio i corsi di "Primo Soccorso" presso l'Ospedale Umberto I di Torino dell'Ordine Mauriziano, svolti da medici e professori di quell'Ospedale e rivolti ad un pubblico privo di formazione in quel campo. I corsi, che si ripetono d'allora ogni anno, sono serali ed impegnano un sera alla settimana per due mesi i numerosi iscritti, ai quali vengono date nozioni teoriche e pratiche di base. Agli iscritti, che sono giunti talvolta anche al ragguardevole numero di 90, viene chiesta solo una piccola cifra per i costi del materiale didattico. Al termine del corso, superata una prova per dimostrare un sufficiente profitto, viene rilasciato un attestato di frequenza.

Nel 2015 in occasione dell'ostensione della Sindone, il Cisom ha organizzato dei corsi di primo soccorso blsd formando 30 volontari che hanno assistito i pellegrini sulle ambulanze dell'Ordine e che anche dopo l'ostensione continuano il loro servizio sanitario. 

Calamità

Nei mesi di novembre e dicembre del 1966, la Delegazione Gran Priorale di Torino fu presente, insieme a tutte le altre Delegazioni italiane, nell'invio di aiuti e soccorsi in generi di prima necessità, indumenti e prodotti farmaceutici in Toscana, principalmente a Firenze, e nel Veneto, a Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia e Verona, regioni e località tutte colpite da una disastrosa alluvione.
Dopo il disastroso terremoto che devastò il Friuli il 6 maggio 1976, la Delegazione di Torino partecipò, nell'insieme dell'organizzazione disposta dall'Ordine per le operazioni di soccorso ed aiuto a favore di quelle popolazioni così duramente colpite, inviando tempestivamente 12 tende da campo, materiali sanitari e farmaceutici vari, accompagnati da personale medico, paramedico ed ausiliare che operò nella zona per un lungo periodo, svolgendo un'encomiabile opera di assistenza.
La Delegazione di Torino fu ugualmente presente nei mesi di gennaio e febbraio 1968 con l'invio per via aerea di un grande quantitativo di generi alimentari, di capi di vestiario e prodotti farmaceutici a favore delle popolazioni siciliane delle Valli del Belice, in provincia di Trapani, duramente colpite da un violento terremoto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio, e nel mese di novembre di quello stesso 1968 a favore delle popolazioni piemontesi di Canelli e del Biellese investite da una rovinosa alluvione.
Nel novembre del 1994 piogge torrenziali causarono lo straripamento di diversi fiumi nel Piemonte meridionale. La città di Alessandria fu duramente colpita e qui intervennero le nostre squadre di soccorso, ognuna formata da una decina di persone (cui partecipavano anche volontari di altre Delegazioni), dapprima col generatore elettrico che servì ad illuminare la Caritas e quindi con una cucina da campo nel parco dell’ospedale che a regime sfornava 250 pasti al giorno, provvedendo all’acquisto ed alla cottura dei cibi, al servizio ed all’igiene. In seguito una seconda cucina – altri 200 pasti al giorno – fu allestita nel rione Orti ed il servizio durò fino a metà dicembre.

Oltre ai propri volontari, grazie ai residenti piemontesi in forza al Cisom e al Corpo Militare, la Delegazione ha partecipato anche all'assistenza alle popolazioni che nell'ultimo decennio sono state colpite da terremoti: l'Aquila nel 2009, l'Emilia nel 2012 e Abruzzo 2016.

Inoltre dal 2010  i membri del Corpo Militare e del Cisom residenti a Torino partecipano all'emergenza freddo insieme al Comune di Torino per l'assistenza delle persone senza fissa dimora nei mesi da dicembre a marzo, fornendo loro cibo, bevande calde, coperte, calze, beni di prima necessità, con ronde notturne per il centro cittadino impegnate tutte le settimane dei mesi invernali.

Assistenza ai pellegrini

Cavalieri, Dame e Collaboratori della Delegazione di Torino nel 1975, durante l'Anno Santo, si alternarono, insieme agli appartenenti alle altre Delegazioni italiane ed alle Associazioni nazionali di Cavalieri di Malta di diversi Stati, nel servizio di assistenza ai pellegrini, svolto presso i posti di Pronto Soccorso S.M.O.M. predisposti e funzionanti per tutto il periodo sulla piazza San Pietro in Vaticano.
Nel 1978, durante il periodo di Ostensione della Santa Sindone nel Duomo di Torino, che durò dal 25 agosto all'8 ottobre, la Delegazione di Torino organizzò un posto di Pronto Soccorso che, in collaborazione con la sezione di Torino della Croce Rossa Italiana, fu fatto funzionare ininterrottamente, con l'intervento di altre Delegazioni italiane, nella sacrestia del Duomo stesso per tutto quel periodo con un orario continuato, dalle ore 7 alle ore 22. 
Durante tale Ostensione, il Sovrano Militare Ordine di Malta effettuò il pellegrinaggio ufficiale per venerare quella Sacra Reliquia ed in tale occasione, il 7 settembre del 1978, S.A.E.ma il Principe e Gran Maestro fra' Angelo De Mojana, essendo Delegato il Cavaliere d'Obbedienza Barone Alessandro Guidobono Cavalchini, visitò le diverse opere ed attività della Delegazione ed inaugurò ufficialmente la nuova sede sita in Corso Vittorio Emanuele 96, in un immobile acquistato con grandi sacrifici finanziari della Delegazione e con l'aiuto economico del Gran Magistero.
Il servizio fu replicato in occasione delle Ostensioni del 1998, 2000, 2010, 2015.
Il 13 aprile 1980, in occasione della visita a Torino di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, con un brevissimo preavviso, sei posti di Pronto Soccorso dell'Ordine di Malta furono impiantati e resi funzionanti all'interno del Santuario della Consolata, della Basilica di Maria Ausiliatrice, della Cattedrale Metropolitana di San Giovanni Battista (Duomo) e della Gran Madre di Dio, oltre a quelli presso l'Ambulatorio S.M.O.M. in Corso Regina Margherita ed in Piazza Vittorio Veneto 22. I presenti in servizio presso il Duomo ricevettero il ringraziamento verbale di Sua Santità e la Delegazione tutta quello scritto dal S. Em. il Cardinale Anastasio Ballestrero, Arcivescovo di Torino.

La Delegazione ha contribuito all'assistenza dei pellegrini anche per le ostensioni del 1998, 2010 e 2015 fornendo volontari per l'accoglienza dei pellegrini, per il primo soccorso e l'assistenza sanitaria anche in occasione delle visite a Torino di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. In occasione dell'ultima ostensione del 2015 la Delegazione, oltre all'assistenza sanitaria insieme al Cisom con volontari qualificati per il primo soccorso a bordo di ambulanze del Cisom, ha anche fornito dei volontari per la gestione dell'hospice che la Diocesi di Torino aveva allestito per accogliere pellegrini disabili e sofferenti in visita alla Sindone.

Inoltre la Delegazione partecipa con i suoi membri e volontari agli annuali pellegrinaggi interregionale ad Oropa, nazionale a Loreto e internazionale a Lourdes accompagnando i Signori Malati e pellegrini. 

1999: 900 anni dell’Ordine di Malta

Nell’ambito dei festeggiamenti per i 900 anni dell’Ordine la delegazione di Torino allestì una mostra dal titolo Gentilhuomini cristiani e religiosi cavalieri nei locali dell’Archivio di Stato di Torino (gentilmente concessi) e con il contributo economico della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e di altre istituzioni; numerosi privati misero a disposizione chi diversi “pezzi” delle loro collezioni, chi le loro capacità e conoscenze di storia e di allestimento. La mostra si articolava in quattro sezioni dedicate nell’ordine al “radicamento territoriale”, ai “cavalieri in arme”, alla “attività ospedaliera e religiosità” e infine ai “cavalieri di Malta in Piemonte”.
Della mostra è stato stampato un curato e interessante catalogo a cura di Electa, oggi purtroppo esaurito.