In ricordo di Fra' Giacomo.
Restiamo un momento in raccoglimento e preghiera nel ricordo del nostro amato Gran Maestro fra’ Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, di cui oggi ricorre il trigesimo; era molto amato Fra' Giacomo, come desiderava essere chiamato, ed il suo tratto esprimeva da subito una grande calore umano e un complesso di doti personali che faceva di lui un "unicum".
Era molto amato perché esprimeva innanzitutto il modello della nostra vita come Cavaliere di Malta cioè ''l'amore in Cristo che si è identificato nel povero e nell’ammalato”.
E con il suo esempio riusciva a trasferire in noi questo processo interiore, che ci porta ad amare il povero, a servirlo, a considerarlo parte della nostra stessa esistenza.
Era molto amato perché nell'abbraccio con i nostri fratelli più poveri ne condivideva i sentimenti, dando ad ognuno di essi una parola di incoraggiamento o di serenità, come vedavamo sempre nelle cerimonie: sereno e gioioso nell’incontro con i poveri.
Era molto amato per la serenità che traspariva dal suo comportamento, improntato a grande religiosità'. Lo ricordo, a Villa Malta, all'Aventino, la mattina all'alba, recitare il Rosario passeggiando nel viale; o, quando assorto nelle funzioni religiose, il pensiero suo appariva costantemente rivolto verso il Signore.
Era molto amato per la sua bontà di animo, per la sua semplicità nel modus vivendi, per l'innata gentilezza nell'approccio con gli altri, derivantegli anche dal suo antico ed illustre passato familiare.
Nei confronti del nostro Gran Priorato ebbe una costante attenzione e amava spesso ricordare che una delle sue prime visite ufficiali, eletto Gran Maestro, l’aveva voluta dedicare ad esso per rallegrarsi delle sue opere di carità.
Dopo aver ricoperto i più' importanti incarichi in seno all'Ordine, visse l'ultima parte della sua laboriosa vita da Gran Maestro affrontando con dedizione i problemi relativi alla riforma della Carta costituzionale.
Signore noi non chiediamo perché c'è lo hai tolto, ma Ti ringraziamo per il tempo che ce lo hai dato.
Fra' Luigi Naselli di Gela