Messaggio di S.E. il Procuratore del Gran Priorato, Amedeo de Franchis
Cari Cavalieri, Dame, Cappellani, Donati, Donate e Volontari del Gran Priorato di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta, con l’imperversare dell’epidemia del CoronaVirus, ci troviamo, sia a livello individuale che in quanto membri e volontari dell’Ordine, ad applicare le direttive precauzionali via via impartite, nell’interesse di tutti, dalle Autorità nazionali competenti. Dal canto loro le Autorità ecclesiastiche hanno fornito, col medesimo intento, indicazioni relative ai comportamento dei fedeli negli eventi religiosi. Come ho già avuto occasione di raccomandare ai Delegati del Gran Priorato, dobbiamo tenere scrupolosamente conto di tali prescrizioni ed improntare il nostro operato e le nostre iniziative alla loro puntuale osservanza. Ciò anche se le conseguenti limitazioni, specialmente quelle promulgate da ultimo, sono particolarmente stringenti, rendendo nel momento attuale, difficile, e talvolta addirittura impraticabile, l’effettuazione della nostra azione caritativa con le modalità che ci sono consuete.
Ma sarebbe concepibile scoraggiarci in ragione di ciò e rassegnarci a un radicale ridimensionamento, fosse pure per un tempo relativamente limitato, della nostra centenaria missione di obsequium pauperum? Assolutamente no! Come dichiarato dal Santo Padre Francesco il 18 novembre 2018 alla Santa Messa a San Pietro per la II Giornata Mondiale dei Poveri, non possiamo cedere alla tentazione di rimanere “a braccia conserte” e neppure di “allargare le braccia” e riconoscerci impotenti dinanzi alle sempre rinnovate sfide della miseria umana. Dobbiamo impegnarci a fondo per trovare soluzioni che ci consentano di continuare la nostra opera di carità cristiana anche nella presente crisi sanitaria. Cerchiamo modi innovativi per rilanciare la nostra azione benefica e renderla più efficace, più al passo con le evolventi realtà delle infermità e della povertà! Se ci riusciremo avremo saputo trarre un derivato positivo dalla cupa emergenza socio-sanitaria in atto. Aggiungo che nell’immediato non possiamo non porci anche il problema di come l’Ordine possa contribuire ad alleviare la sorte delle persone coinvolte nell’emergenza del CoronaVirus. Infatti, non è sufficiente pensare solo ai nostri assistiti tradizionali; dobbiamo occuparci anche di quei nuovissimi “bisognosi” che, in un modo o nell’altro, si vedono penalizzati in questi giorni. D’altra parte non mancano alle nostre Delegazioni le opzioni da esplorare.
Si potrebbe, per esempio, fornire assistenza agli anziani confinati in casa. Una telefonata giornaliera di interessamento e conforto, da parte di membri e/o volontari dell’Ordine, può già essere d’aiuto, mentre beni di prima necessità potrebbero venire acquistati “on line” per coloro che ne abbiano bisogno e ne facciano domanda. In questo ordine di idee, la Delegazione di Perugia-Terni ha già impostato un suo programma di distribuzione di medicinali agli anziani. E’ pertanto possibile, anche in questi giorni complicati, trovare soluzioni. D’altra parte non vi sono alternative: sarebbe inaudito il rassegnarci all’andata in letargo della nostra missione di carità.
Rivolgiamoci con filiale devozione alla Santa Vergine del Fileremo e chiediamoLe di assisterci e proteggerci mentre procediamo con la nostra missione.Lei, che a Cana intuì le necessità di una coppia di sposi, ci faccia il dono di farci individuare ed affrontare con sicura fede anche i nuovi bisogni e le nuove povertà. Amedeo de Franchis