Progetto Albania 2019

Il Gruppo Giovanile di Gaeta della Delegazione di Veroli del Sovrano Militare Ordine di Malta , nel mese di Agosto ha effettuato una spedizione internazionale di indumenti destinati ad alleviare le sofferenze di bambini e ragazzi che vivono nelle zone più povere dell'Albania.

Grazie al costante impegno dei Volontari di Gaeta, che si sono adoperati nel donare, raccogliere selezionare e confezionare il materiale è stato possibile ottenere questo importante risultato.

Nello specifico, sono stati consegnati alla strutture caritative “Casa Rosalba delle Maestre Pie Venerine” in Gjader ed alle “Suore Francescane” in Babica e Madhe,

N° 1079 capi di vestiario per bambini e ragazzi (maglie, giacche, pantaloni, grembiuli per la scuola, camicie, calzini, gonne, canottiere),

N° 10 paia di scarpe, N° 03 zaini per la scuola,

N° 10 giochi per bambini/ragazzi,

N° 01 tappetino per bambini,

N° 01 culla da campo,

N° 01 materasso per culla da campo,

N° 01 seggiolone,

N° 10 prodotti per l’igiene personale per bambini/ragazzi, per un totale di 37 colli.

Le strutture in questione ospitano minori in stato di difficoltà a causa delle violenze subite o degli abbandoni patiti.

Va evidenziato, peraltro, che l’iniziativa si ricollega ad un precedente progetto benefico condotto sempre dai Volontari del Gruppo Giovanile di Gaeta e che in entrambi i casi è stato realizzato con l’ausilio dei militari del Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza in Albania.

Grazie a progetti di beneficenza internazionali di tale caratura, portati a compimento in alcune delle zone più povere del territorio d’Albania, si ha la possibilità di aiutare e coinvolgere in molte attività anche tanti giovani, che in circostanze differenti sarebbero stati soggetti agli innumerevoli pericoli della strada.

Costante rimane l’impegno dei Volontari della Delegazione di Veroli del Sovrano Militare Ordine di Malta in ausilio dei più deboli e degli emarginati, rimanendo perennemente fedeli ai principi ispiratori “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”.

La carità non va in vacanza