Celebrazione del Beato Gerardo
Nella Chiesa di San Giuseppe al Transito, di Catania, si è svolta una solenne celebrazione Eucaristica in onore del Beato Fra’ Gerardo Sasso di Scala, fondatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, alla presenza di un folto gruppo di Cavalieri e di Donati, nonchè di numerosi Volontari del CISOM e di membri del Corpo Militare del Sovrano Ordine, guidati dal Delegato Gran Priorale di Catania, Cav. Gran Croce d’Onore e Devozione in Obbedienza Nobile Ferdinando Testoni Blasco.
La cerimonia è stata officiata dal Cappellano Magistrale, Don Mario Pulvirenti O.P., assistito da Don Carmelo Asero, Croce pro piis meritis.
Al termine della Messa è stato scoperto un dipinto, raffigurante il Beato Fra’ Gerardo ed a lui è stato dedicato un altare per il culto dei fedeli.
Il Cav. Prof. Luciano Buono ha infine illustrato la figura del fondatore.
Il Beato Fra’ Gerardo, nato tra il 1035 e il 1040 da famiglia nobile di Amalfi, monaco benedettino, secondo le fonti storiche più accreditate, si recò a Gerusalemme per dare assistenza ai pellegrini, dirigendo il monastero benedettino di Santa Maria Latina a Gerusalemme.
Nel 1071, dopo la battaglia di Manzikert, la città di Gerusalemme cadde sotto il dominio turco, evento questo che provocò la prima Crociata, che, guidata da Goffredo di Buglione, riconquistò la città il 15 luglio 1099.
Proprio, in quell’occasione, fu Fra’ Gerardo che, con i suoi confratelli, fornì ai Crociati cibo, informazioni ed assistenza sanitaria. Con la prima Crociata, l’Ospedale del neonato Ordine di San Giovanni si rese indipendente fino ad ottenere il riconoscimento e la sovranità dal Pontefice Pasquale II, attraverso la bolla “Pie postulatio voluntatis” del 1113.
Il Beato Fra’ Gerardo morì, a Gerusalemme, il 3 settembre 1120.
Grazie al Beato Fra’ Gerardo, l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme da oltre novecento anni è attivo nel mondo sia nella “tuitio fidei” che nell”obsequium pauperum”.
La tradizione attribuisce al Beato Fra’ Gerardo la seguente profezia: “il nostro Ordine sarà eterno, perché il terreno nel quale questa pianta affonda le sue radici, è la miseria del mondo; il nostro Ordine durerà finchè piacerà a Dio che vi siano degli uomini disposti ed impegnati a ridurre questa miseria e a rendere più sopportabile la sofferenza”.
Queste parole dovranno restare ben fisse nella mente e nel cuore dei membri del Sovrano Ordine, per continuare a realizzare con sempre maggiore sollecitudine i loro fini istituzionali nell’ambito, quindi, di “una vera strategia dell’amore”.
La cerimonia è stata officiata dal Cappellano Magistrale, Don Mario Pulvirenti O.P., assistito da Don Carmelo Asero, Croce pro piis meritis.
Al termine della Messa è stato scoperto un dipinto, raffigurante il Beato Fra’ Gerardo ed a lui è stato dedicato un altare per il culto dei fedeli.
Il Cav. Prof. Luciano Buono ha infine illustrato la figura del fondatore.
Il Beato Fra’ Gerardo, nato tra il 1035 e il 1040 da famiglia nobile di Amalfi, monaco benedettino, secondo le fonti storiche più accreditate, si recò a Gerusalemme per dare assistenza ai pellegrini, dirigendo il monastero benedettino di Santa Maria Latina a Gerusalemme.
Nel 1071, dopo la battaglia di Manzikert, la città di Gerusalemme cadde sotto il dominio turco, evento questo che provocò la prima Crociata, che, guidata da Goffredo di Buglione, riconquistò la città il 15 luglio 1099.
Proprio, in quell’occasione, fu Fra’ Gerardo che, con i suoi confratelli, fornì ai Crociati cibo, informazioni ed assistenza sanitaria. Con la prima Crociata, l’Ospedale del neonato Ordine di San Giovanni si rese indipendente fino ad ottenere il riconoscimento e la sovranità dal Pontefice Pasquale II, attraverso la bolla “Pie postulatio voluntatis” del 1113.
Il Beato Fra’ Gerardo morì, a Gerusalemme, il 3 settembre 1120.
Grazie al Beato Fra’ Gerardo, l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme da oltre novecento anni è attivo nel mondo sia nella “tuitio fidei” che nell”obsequium pauperum”.
La tradizione attribuisce al Beato Fra’ Gerardo la seguente profezia: “il nostro Ordine sarà eterno, perché il terreno nel quale questa pianta affonda le sue radici, è la miseria del mondo; il nostro Ordine durerà finchè piacerà a Dio che vi siano degli uomini disposti ed impegnati a ridurre questa miseria e a rendere più sopportabile la sofferenza”.
Queste parole dovranno restare ben fisse nella mente e nel cuore dei membri del Sovrano Ordine, per continuare a realizzare con sempre maggiore sollecitudine i loro fini istituzionali nell’ambito, quindi, di “una vera strategia dell’amore”.