S. A. E. Fra' John Dunlap, Principe e Gran Maestro dell'Ordine di Malta, in visita privata alla Delegazione di Verona

Nei giorni 8 e 9 giugno la Delegazione di Verona ha avuto l'onore di ricevere la visita in forma privata di S. A. E. Fra' John Dunlap, Principe e Gran Maestro dell'Ordine di Malta, accompagnato dal suo Capo di Gabinetto dottoressa Fabiana Giovannoni. Un incontro che si è realizzato a distanza di 55 anni dall' ultima visita a Verona di un Gran Maestro dell'Ordine e che, pur avendo caratteri protocollari privati, resterà indelebilmente nei cuori di tutti i membri della Delegazione.
E' stato emozionante accogliere il Gran Maestro e, prima della celebrazione della santa Messa, vederlo accostarsi in raccoglimento davanti all'urna di santa Toscana, custodita nella omonima Chiesa, tradizionale luogo di ritrovo spirituale della Delegazione.
La visita è stata propizia per dare un particolare prestigio alle celebrazioni di Delegazione commemorative del giubileo per i 500 anni dalla dedicazione della Chiesa a santa Toscana, una delle tre sante dell'Ordine di Malta, insieme a santa Ubaldesca di Pisa e alla francese sainte Fleur.
Nel suo indirizzo di saluto al Principe e Gran Maestro, il Delegato Saverio Adilardi ha ricordato come la Rettoria di santa Toscana sia un luogo dove la tradizione melitense ha origini antichissime, di poco successive alla nascita dell'Ordine.
Qui sorgeva, infatti, già dalla metà del XII secolo, una chiesa intitolata al Santo Sepolcro e un ospedale dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, tappa di cura e ristoro per i crociati e per i pellegrini diretti in Terra Santa.
In quell'ospedale servì, nei primi decenni del 1300, Toscana, conversa dell'Ordine di San Giovanni, la quale, con straordinario zelo, dedicò tutta la sua vita ad opere di pietà e carità. Morta nel 1343, fu subito dichiarata santa e il suo corpo sepolto in questa Chiesa, allora del Santo Sepolcro, che le fu dedicata nel 1524, giusto 500 anni or sono.
Nella sua profonda devozione a santa Toscana, la Delegazione sente la responsabilità di essere l'erede di questa grande tradizione e cerca di operare al meglio, dal punto di vista religioso e dell'impegno umanitario, per esserne degna.