Delegazione di Viterbo - Rieti
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La Delegazione Viterbo - Rieti festeggia Santa Giacinta Marescotti

Lunedi 30 gennaio 2023, è stata celebrata a Viterbo, nella Chiesa a lei dedicata,  la festa di Santa Giacinta Marescotti, Patrona della Delegazione di Viterbo-Rieti dell'Ordine di Malta e Compatrona della Città dei Papi.

La solenne liturgia eucaristica è stata presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo diocesano, essendo concelebranti numerosi sacerdoti secolari - tra cui il Cappellano Magistrale Don Massimiliano Balsi in abito corale -  e regolari, appartenenti all'Ordine dei Frati Minori e dei Frati Minori Cappuccini. La liturgia è stata animata dalle sorelle Clarisse del Monastero di Farnese.

Come da tradizione, ha presenziato al rito la Delegazione di Viterbo-Rieti dell'Ordine di Malta, guidata dal Delegato Avv. Roberto Saccarello, che dopo i primi vespri aveva deposto  davanti all'urna della grande Santa Francescana un omaggio floreale con i colori melitensi; il servizio d'onore è stato inoltre  prestato dal Gruppo Bandiera del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta (CISOM). 

Nella sua omelia il Vescovo, dopo aver ripercorso brevemente le fasi salienti della vita di Santa Giacinta, ha voluto evidenziare  come la sua fede si è concretizzata nell’aiuto ad ammalati e poveri. Un aiuto che  la penitente vuole sistematico, regolare, per opera di persone fortemente motivate. “Quando l’amore è accolto nel cuore se non diventa carità stagna e muore, diventa amore di sé e non degli altri". E ancora: “Santità è essere perfetti nell’amore: siate perfetti come perfetto e’ il Padre mio”.È quindi la perfezione di Dio che ci riguarda e che è possibile imitare dando all’amore il volto della singola persona che lo accoglie."La santità- ha concluso il Presule-non ci deve spaventare”. 

Al rito, come da tradizione, hanno  partecipato in rappresentanza dell'Ecc.ma  Casa Ruspoli, Donna Giada e Donna Claudia, figlie del compianto Principe  Don Sforza Marescotto Ruspoli, primo Delegato dell'Ordine di Malta per Viterbo. 

Clarice, nata nel castello di Vignanello il 6 marzo 1585 dal conte Marcantonio Marescotti e da Ottavia Orsini, prese i voti giovanissima al monastero di san Bernardino a Viterbo, adottando il nome di Giacinta. Fu però la sua una consacrazione soltanto esteriore: nel chiostro, infatti, tenne da subito atteggiamenti contrari alla disciplina francescana. Anziché vivere in una cella, si fece arredare un appartamento nello stile delle sue stanze nel castello avito, servita da giovani converse. Finché un giorno, mentre era malata gravemente, venne a visitarla un dotto francescano che, appena vide il lusso di cui si circondava, si rifiutò di confessarla rimproverandola aspramente. 

L’evento la trasformò totalmente: accettò la sua condizione indossando una rozza tonaca e chiedendo perdono alle consorelle per il suo comportamento. Andò a vivere in una nuda cella, ornata soltanto di una pesante croce cui si legava. Per Giacinta iniziano così ventiquattro anni straordinari, dedicati completamente ad aiutare il prossimo. A tal fine creò due confraternite laicali, la prima detta dei Sacconi, era dedita alla cura degli infermi; la seconda, detta degli Oblati di Maria, aveva come missione la cura degli anziani. 

Giacinta morì il 30 gennaio 1640, e subito fu venerata dal Popolo cristiano tra i Santi, in particolare tra quelli che erano stati grandi peccatori, poi convertiti dalla grazia.

Il 24 maggio 1807 Papa Pio VII dichiarava Santa Giacinta Marescotti, “a gran dovizia ricolma dei meriti di accesa carità verso Iddio e il prossimo, di singolare penitenza, e di tutte le cristiane virtù, nonché gloriosa per miracoli.”