La sua storia
L’Associazione dei Cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta nasce il 29 gennaio 1877 dall’idea di alcuni Cavalieri di costituire un’organizzazione che operasse a supporto del Corpo Sanitario del Regio Esercito, con lo scopo di provvedere all’assistenza sanitaria e spirituale dei malati e feriti in guerra.
Nel 1884 l’Associazione si dota di mezzi e strutture, all’avanguardia per l’epoca: una Baracca Ospedale, un Ospedale Someggiabile (ovvero trasportabile dagli animali da soma) e i Treni Ospedale.
La Baracca Ospedale è un vero e proprio ospedale, realizzato in legno e tela impermeabile, componibile, con un’ampia sala di accettazione, locali di uso generale, sale operatorie, la farmacia, una degenza Sottufficiali e Truppa per 110 posti letto, un reparto per i malati più gravi, una degenza riservata agli Ufficiali, con un sistema di areazione e riscaldamento. All’esterno della Baracca, una sala di isolamento, il reparto disinfezione e lavanderia, magazzini vari, una Cappella e una sala mortuaria.
L’Ospedale Someggiabile poteva ospitare fino a 50 posti letto ed era trasportabile su 25 muli.
Nel 1886 entrano in servizio quattro Treni Ospedale, ciascuno composto da 23 vagoni capaci di trasportare fino a 200 feriti. Tra personale direttivo e di assistenza, ciascun Treno Ospedale operava con a bordo almeno 39 persone.
Nel dicembre del 1908 il terremoto Calabro-Siculo è il vero banco di prova per l’Associazione che impiega tutti i suoi mezzi sanitari. Nella circostanza viene decretato che, fermo restando il compito primario di assistere l’esercito in guerra, l’Associazione poteva intervenire anche nei casi di pubbliche calamità.
Nel 1909 Re Vittorio Emanuele III ricompensa l’Associazione per l’intervento prestato in occasione del terremoto Calabro-Siculo conferendogli le stellette a cinque punte. Da questo momento in poi l’Associazione acquisisce a tutti gli effetti lo status di organizzazione militare e diventa Corpo Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano.
Nel 1911-12, in occasione della guerra di Libia, al Corpo viene assegnata la Nave “Regina Margherita”, prontamente trasformata dal personale del Corpo in nave ospedale.
Vengono effettuati complessivamente sette viaggi raggiungendo da Napoli e da Palermo i porti di Tripoli, Bengasi, Homs, Derna e Tobruk, trasportando e curando a bordo 1162 feriti e malati.
Per l’opera svolta durante la Guerra di Libia, il Corpo riceve alti riconoscimenti da parte delle autorità governative italiane.
Dopo un breve periodo di pace, nel 1915 l’Esercito si mobilita per la Prima Guerra Mondiale e con esso il Corpo Militare dell’Ordine di Malta. Vengono approntati immediatamente quattro Treni Ospedale, otto Posti di Soccorso, un Ospedale da Campo a Togliano (UD) e un Ospedale Territoriale a Roma.
Dal 1916, durante le battaglie dell’Isonzo e quella di Caporetto del 1917, i Treni Ospedale vengono messi a disposizione del Comando della 3a Armata.
Gli otto Posti di Soccorso vengono dislocati a ridosso del fronte a Gemona - Casarza - Montebelluna - Udine - Cormons - Ala - Avio - Castelfranco Veneto - Trento - Monselice - (poi a Monfalcone e Trieste). Inizialmente hanno il compito di prestare solo soccorsi di urgenza nelle stazioni ferroviarie, ma successivamente per le sempre più pressanti esigenze di questa lunga ed estenuante guerra, diventano veri e propri ospedali da campo che, adeguatamente potenziati, forniscono assistenza anche alla popolazione civile.
Nel 1919 al Corpo Militare viene concesso il Labaro, decorato con una Croce di Guerra al Valor Militare e una Croce di Guerra al Merito “per le prove continue di abnegazione, di ardire e di alto senso del dovere sempre e dovunque dimostrate”.
Il 10 giugno 1940, scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, il Corpo Militare mobilita nuovamente i suoi reparti ed interviene ancora a fianco della Sanità Militare. Entrano in funzione tre Treni Ospedale ammodernati e adeguati con le ultime tecnologie sanitarie disponibili all’epoca. Essi ripetono le gesta di quelli della Prima Guerra Mondiale, trasportando migliaia di feriti e ammalati dal fronte verso gli ospedali territoriali e curando a bordo molti militari. Presteranno servizio durante le Campagne di Grecia, di Albania, di Jugoslavia e di Russia.
In aggiunta vengono allestiti due Ospedali Territoriali: il “Principe di Piemonte” a Roma con 250 posti letto e il “Principessa di Piemonte” a Napoli. Presso quest’ultimo viene istituito il Corpo delle Infermiere Volontarie formato da una direttrice e 40 infermiere, dame dell’Ordine.
A Roma, in una palazzina all’interno del Palazzo del Quirinale, viene istituita “Casa Maria Beatrice” che, prima istituzione del genere, accoglie i bambini non vedenti e grandi mutilati di guerra. Contemporaneamente, sempre nella Capitale, vengono allestiti 7 Posti di Soccorso di notevoli dimensioni che funzioneranno a pieno ritmo nel corso dei bombardamenti, soccorrendo migliaia di feriti.
Il Labaro del Corpo Militare per l’opera prestata e per gli atti di valore compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale viene decorato sul campo con la Medaglia d’Argento e la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Al termine della guerra inizia l’attività di ricovero e cura dei reduci della prigionia. Per questa esigenza vengono allestiti 18 Ospedali Territoriali con una disponibilità complessiva di 5.485 posti letto: resteranno in funzione fino al 1961. Subito dopo l’Armistizio vengono assegnati al Corpo 39 aerei Savoia-Marchetti 82 che saranno utilizzati per ogni tipo di emergenza e interverranno anche in occasione del terremoto di Agadir e in altre pubbliche calamità a livello nazionale, tra cui l’alluvione del Polesine nel 1951.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale il Corpo Militare si dedica essenzialmente ad interventi in occasione di grandi emergenze. Opera in Marocco (Terremoto di Agadir 1960), nell’Avellinese (Nevicata eccezionale 1965), a Tuscania (Terremoto 1971), in Friuli (Terremoto 1976), ancora nel Polesine (Alluvione 1976), in Campania (Terremoto 1980), Umbria-Marche (Terremoto 1997), Molise-Puglia (Terremoto 2002).
Nel 1991 il Corpo Militare partecipa alle attività di Polizia Internazionale nei territori della ex Jugoslavia.
A partire dal 2004 alcuni Ufficiali Medici del Corpo Militare si integrano nelle strutture sanitarie al seguito delle Forze Armate Italiane presenti nei Balcani su disposizione del Ministero della Difesa.
Tra gli ultimi interventi che hanno visto protagonista il Corpo Militare meritano di essere menzionati il terremoto dell’Abruzzo del 2009, quello dell’Emilia del 2012, quello dell’Italia Centrale del 2016 e l’Emergenza Lampedusa che, cominciata nel 2011, è ancora in corso.
Nello specifico, in occasione del terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, il Corpo Militare allestisce in Piazza Duomo a L’Aquila un Centro Sanitario Complesso dove viene fornita assistenza sanitaria alla popolazione colpita dal sisma.
Nel 2012, il Corpo Militare si mobilita in favore della popolazione colpita dal terremoto che ha interessato l’Emilia nel maggio di quell’anno. In particolare, coadiuva il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) nella gestione di un Campo predisposto nel Comune di Bomporto (MO) per gli sfollati del sisma.
Nel 2016, in occasione del terremoto che ha colpito l’Italia Centrale, sono stati attrezzati dei Posti Medici Avanzati in favore della popolazione di Porto Sant’Elpidio e Tolentino ed è stato predisposto l’impiego di una task force veterinaria in supporto alla ASL di Rieti in soccorso alle aziende agricole gravemente danneggiate dal sisma.
Dal 2011 il Corpo Militare, nell’ambito della cosiddetta “Emergenza Lampedusa”, ove richiesto, mobilita in supporto del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, Personale medico e soccorritori che vengono imbarcati sulle motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera per fornire assistenza sanitaria ai migranti a largo delle coste dell’isola di Lampedusa.
Dal 2020 al 2022 il Corpo Militare ha operato nell’ambito della pandemia di Covid-19, con l’impiego della quasi totalità del proprio personale in numerose attività. Tra queste: esecuzione tamponi e vaccinazioni, sia a supporto delle Forze Armate (Operazioni “Eos” e “Minerva”) che delle ASL; sicurezza e controllo degli accessi in diversi nosocomi del territorio nazionale; distribuzione di medicinali e beni di prima necessità alle persone colpite indirettamente dagli effetti collaterali della pandemia.
Dal 2000 il Labaro del Corpo Militare è stato sostituito con la Bandiera di Guerra concessa dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi in una cerimonia con il Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie.