Incontri arte e spiritulità: la Natività, capolavori a confronto.

Nell’ambito della rassegna promossa dalla Delegazione per l'Emilia Occidentale sul secolare rapporto fra arte e spiritualità, si è tenuto a Parma l’incontro su “Natività, capolavori a confronto”, dove il Delegato Gran Priorale Paolo Conforti e Don Tommaso Forni Niccolai Gamba hanno approfondito il tema della Natività nella storia dell’arte, dalle prime rappresentazioni del III secolo nelle catacombe fino a Giotto, con la Cappella degli Scrovegni, dai maestri del Rinascimento fino a Caravaggio, dall’arte fiamminga fino alle opere contemporanee di Dettori, Chagall, Dalì o Bansky. Un percorso che durante i secoli ha visto la rappresentazione del Bambino diventare sempre più “umana”, un uomo fragile e mortale come ognuno di noi. In Lui convivono la piena umanità e la piena divinità e in questi capolavori si coglie pienamente questo messaggio.

Una presenza numerosa ha seguito queste riflessioni fra il “verticale” e l’”orizzontale”, dove il punto di incontro è quella scintilla soprannaturale che fa emergere il contatto fra l’umano e il divino. L’arte tende a dare forma alla tensione dell'uomo verso la bellezza, dove riconosciamo in modo significativo l’espressione superiore ordinatrice della spiritualità. L'arte è comunicazione, come ben ha compreso la Chiesa fin dai primi secoli. L’arte è conoscenza che spinge a comprendere meglio l’opera di Dio come momento creativo fondato sul bello in tutte le sue espressioni. L’arte, anche nei momenti più difficili, ha frenato la caduta nel materialismo, mantenendo il contatto con il sacro. L’arte è un linguaggio permeato di elementi superiori che si intrecciano con la nostra ricerca interiore e con le nostre emozioni. Ma l’arte non è solo emozione, l’arte è l’espressione del desiderio di perfezione dell’uomo.