“Voce che grida nel deserto Preparate la via al Signore”
Nella solennità di San Giovanni Battista, Patrono del nostro Ordine, una colta meditazione di S.E. il Commendatore Fra' Roberto Viazzo, membro del Sovrano Consiglio.
Ricordiamo le parole di Maria “Ma come è possibile”, ed ecco che le ritroviamo. Come è possibile? Zaccaria persona anziana, Elisabetta ritenuta sterile. Dio servendosi di loro compie la Sua opera. Da coloro che la gente considera finiti, avviene il miracolo. Il Signore opera in modo sorprendente, dando compimento alle profezie redentrici. Anche qui però troviamo la fragilità umana, anche i santi hanno momenti di titubanza. Il “Si, si compia di me quello che Dio ha prestabilito” di Maria, il SI tentenna. Zaccaria muto, perché resta perplesso per l’annuncio della paternità. Come Giuseppe non capisce ma accetta subito, egli dubita. Ma con la nascita del bambino giunge la pienezza della Parola di Dio e la gioia di tutti quelli che attendono la misericordia del Signore. Anche il nome: opponendosi ai famigliari, ormai certo ed in obbedienza alla parola del Signore, Zaccaria lo chiamerà Giovanni, in lingua ebraica “Dio è misericordioso”. Anche il nome testimonia che un giorno il bimbo annuncerà il piano di salvezza di Dio. E nel frattempo a Zaccaria si scioglie la lingua. La profezia che annuncia la sua nascita è compiuta. Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, diverrà la “voce di uno che grida nel deserto preparate la via al Signore”
Perché tutto ciò? “Che sarà mai questo bambino?”. Giovanni, è un segno, una creatura che ci interroga. Dal bimbo che sussultò nel grembo alla voce di Maria, alla sua personalità. Non guarda mai alla sua persona, ma al Signore, al quale sempre farà riferimento. Non si chiamerà mai parola, ma solo voce, mai profeta, ma parlerà a nome del Signore. Sarà Gesù a parlare di lui. “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto da vesti lussuose? Ecco, quelli che indossano vesti lussuose, amano stare nei palazzi dei potenti. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, uno che è più grande di un profeta. Tra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui (Lc 7,24-26.28; cf. Mt 11,7-9.11).”
Ecco Giovanni, l’inviato come messaggero davanti a Cristo, per preparargli la strada: ma con il “non son degno di legargli i calzari”.
Giovanni Battista. Per noi giovanniti, ospitalieri, la sua figura è esempio per la nostra missione. Come lui non stare mai al centro, ma essere in disparte, far spazio, far segno a Gesù. Il privarsi dei discepoli per indirizzarli a Cristo. L’agire come “attività carsica”, come usava dire il compianto Gran Maestro fra Giacomo. Apparire forti ed eloquenti ma per fare silenzio di fronte a Cristo che viene. Come Giovanni la grandezza davanti al Signore si fa piccola, diminuisce, affinché Gesù cresca. Con la sua morale: l’audacia di una parola dura, lo sdegno come manifestazione della passione per Dio e per i suoi figli, l’essere consapevoli a volte di dover pagare per le nostre parole di rimprovero, l’estraneità verso gli uomini di potere. E infine il solo, unico desiderio: vedere realizzata la Parola di Dio. Ma essendo sempre “Giovanni”: in lingua ebraica “Dio è misericordioso”. Sempre una parola di conforto ed affetto per ogni fratello, anche per chi non ci capisce o non la pensa come noi.
Ecco la nostra via, la nostra vita, pienamente ispirata dal comportamento e dalle parole di Gesù, al servizio di Gesù, preparandogli la strada. Tuitio fidei ed obsequim pauperum. Con Giovanni al servizio dei Signori ammalati affinché con la nostra opera, con il nostro far spazio al momento opportuno, sia possibile l’incontro tra Lui e quanti lo cercano o tengono viva nel cuore la passione per l’uomo, per la vita.
Anche quando non siamo “Convento”, quando siamo “Strumento inserito nella vita quotidiana”, abbiamo un compito: con la nostra vita, il nostro comportamento, il nostro esempio, le nostre parole, il nostro Amore far capire che portiamo la Sua parola, il Suo conforto, segno non per noi, non cercando gratificazioni personali, ma indicando sempre e solo Gesù Cristo come l’unica ragione del nostro modo di agire per avvicinarli a Lui. Dimostrare di vedere Dio nei nostri fratelli, nei Signori ammalati
Col battesimo di Giovanni siamo diventati un corpo unico con Cristo, trovando la nostra vocazione di cristiani. “Preparate la via al Signore . . . perché porti la salvezza fino all’estremità della terra” (cf. Is 49, 6).
fra' Roberto Viazzo Roma, 24 giugno 2021