Il tema pastorale del pellegrinaggio a Loreto
Il tema pastorale del Pellegrinaggio a Loreto, incentrato sul senso del pellegrinaggio, si è sviluppato su quattro percorsi di riflessione, ispirati al numero di settembre di Luoghi dell'infinito, supplemento ad Avvenire, al quale è consigliato ricorrere per ulteriori testimonianze.
IL PELLEGRINAGGIO: GRATITUDINE PER IL DONO DELL'INCONTRO
con se stessi: fatica, silenzio, verità, essenzialità
con fratelli e sorelle: accoglienza, scoperta, dialogo, complementarietà, servizio
con il creato: stupore, bellezza, rispetto, armonia delle diversità
con Dio: misericordia, liberazione, riconciliazione, preghiera, pace
1 – Preghiera conclusiva dell'Enciclica Evangelii Gaudium (n. 288)
Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, totalmente donata all’Eterno, aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.
Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.
Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne.
Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno.
Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce.
Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia.
2 – Enrico Brizzi, Noi pellegrini lungo le antiche vie (Luoghi dell'infinito, 220, sett. 2017, p. 4)
Non si cammina mai davvero per primi lungo un certo percorso ma, consapevoli o meno, si seguono sempre le orme di quanti ci hanno preceduto.
Per i figli della civiltà europea – e per noi italiani in modo particolare, eredi di quei Romani che “inventarono le strade” - è fatale subire il fascino dell'idea di ripercorrere le rotte maestre che solcano da oltre venti secoli il vecchio continente, itinerari che con la diffusione del Cristianesimo hanno assunto i tratti di veri e propri “luoghi sacri”.
3 – Homo viator (Luoghi dell'infinito, 220, sett. 2017, p. 7)
Viator nella tarda antichità era un termine che indicava un messaggero incaricato di portare ordini e corrispondenza, attraverso un percorso ben tracciato. Mal nel Vangelo Gesù dice: “Io sono la via … “. E così l'homo viator diventò colui che con consapevolezza e umiltà cammina nel mondo, seguendo le tracce di Cristo verso la meta finale.
In un tempo travolto dalla velocità, sempre più persone riscoprono antichi e nuovi cammini della fede, con il passo lento della libertà: “Solo esseri totalmente liberi dalle pastoie del possesso in tutte le sue forme – scriveva Gabriel Marcel nel suo Homo viator – sono in grado di conoscere la divina levità della vita nella speranza”.
4 - Testimonianze sulle strade (Luoghi dell'infinito, 220, sett. 2017, pp. 32-35)
Il modo in cui cammini riflette il modo in cui vivi. Ho capito che mi piacevano le strade panoramiche, anche se ciò significa incertezza del percorso, più strada, più tempo. Ho capito che potevo tenere stretto qualcosa ma anche lasciarlo andare se necessario. Ho capito che solo l'azione, non importa quanto dolorosa, ti porterà dove vuoi andare. Una volta partito, riuscirai ad affrontare le sfide che ti porteranno a raggiungere i tuoi obiettivi. Se non agisci non vivrai la tua vita. Ho capito che posso fidarmi di me stessa. Ma i miei ricordi più forti della Via Francigena sono quelli della gente che ho incontrato per strada, con i suoi sogni, le sue storie e la sua saggezza.
(Leen Van Nieuwenhuyze – Belgio – 30 anni)
Sono partito per la Via Francigena spinto dalla fede, per incontrare papa Francesco all'udienza del mercoledì a Roma, e completare così – dopo Gerusalemme, Santiago de Compostela e Santo Toribio di Liébana – i miei pellegrinaggi ai quattro luoghi santi più importanti della cristianità nel mondo. Senza nessuna aspettativa, ma con la sola certezza che Dio mi troverà per strada in diverse occasioni, totalmente libero sa vincoli, tranne quello di partecipare alla messa del papa. Rimane in me la pace di Gesù Cristo e la libertà concessa dal suo Vangelo.
(Michael Manfred Fa – Germania – 40 anni)
Cercare in profondità il proprio essere e, in qualche modo ritrovarlo e riscoprire le cose essenziali, aiuta a rimettersi in gioco. Ci si mette 'al passo' coi propri bisogni e le proprie esigenze, si precisano le priorità della vita.
Poi possiamo dire che questo percorso l'abbiamo fatto quasi in solitaria, abbiamo incontrato pochissime persone e la solitudine ci ha permesso di fare dei bellissimi incontri, sia con gli altri pellegrini che con la gente del posto nei piccoli meravigliosi borghi della Toscana e del Lazio, nonché con le religiose che ci hanno generosamente accolto: c'è anche da dire che alcune di loro emanano una serenità contagiosa.
Camminare è una filosofia di vita, fatta di incontri con la natura e i suoi elementi, con le persone e con se stessi, ma è anche un modo per penetrare veramente il paesaggio, la cultura e la storia di un luogo, e dunque è il miglior mezzo, secondo noi, per visitare una regione o un Paese. E poi, quando il corpo si abitua a camminare, è difficile smettere e c'è tanta voglia di ricominciare.
(Adalberto Castro – Svizzera – 61 anni)
Sono un cattolico e volevo andare a piedi a Roma. E poiché tutte le strade portano a Roma a un certo punto mi sono ritrovato sulla Via Francigena. (…)
L'esperienza del cammino è stata una delle cose più importanti della mia vita, ed è stata veramente speciale. Ho trovato quello che cercavo: tempo per pensare alla mia vita, alle persone che amo, al mio lavoro, per riconciliarmi con il mio corpo e godere del paesaggio che cambia ogni giorno. Sono in un Paese sconosciuto e incontro con piacere nuove persone lungo la strada. E più cammino, più mi accorgo di uscire dalla vita quotidiana: l'erba sotto i piedi, la siepe di di ginestra che mi brilla accanto, le nuvole che riempiono il cielo.
Delle tante esperienze ricordo di quando ero seduto all'ingresso di una casa e un uomo si fermò con il suo trattore e suonò alla porta di casa. Dice: 'Vivo qui e ho chiesto a mia moglie di preparare per te una tazza di caffè'.
(Klaas Heeres – Olanda – 60 anni)
5 - Preghiera