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Saluto del Procuratore del Gran Priorato di Roma ai membri della Delegazione di Viterbo-Rieti

BASILICA DELLA MADONNA DELLA QUERCIA 10 SETTEMBRE 2017
Cavalieri, Dame, Donati e Donate della Delegazione di Viterbo-Rieti, è stato per me un privilegio l’avere il 10 settembre scorso partecipato, assieme al vostro Delegato ed a voi stessi, alla solenne Liturgia Eucaristica celebrata dal Vescovo di Viterbo, S.E. Mons. Lino Fumagalli, nella Basilica della Madonna della Quercia.
Ricorrevano non solo i seicento anni del culto della venerata immagine della Madonna della Quercia che si conserva nella Basilica, ma anche i cinquecentocinquanta anni del “Patto d’Amore” con Nostra Signora che Viterbo proclamò nel 1467 in gratitudine per la cessazione della peste che aveva infierito nella zona. A tale Patto presero parte anche i Cavalieri dell’Ordine di S.Giovanni di Gerusalemme. 
Al fine di solennizzare le due ricorrenze il Santo Padre ha indetto un anno Giubilare straordinario per la Diocesi di Viterbo. Esso ha avuto inizio con l’apertura, da parte di S.E. il Vescovo, della Porta Santa della Basilica, alla quale abbiamo assistito assieme.
Il trascorrere dei secoli non ha fatto venire meno il legame del nostro Sovrano Militare Ordine di Malta con la Tuscia. Infatti l’anno prossimo ricorre il cinquantenario della solenne visita qui effettuata nel 1968 da S.A.E. il Gran Maestro dell’Ordine, Frà Angelo de Mojana. Una grande lapide la ricorda nella Basilica.


Sappiamo che il momento presente non è di “ordinaria amministrazione” per il nostro Ordine, impegnato in uno sforzo di riforma della sua Carta Costituzionale e del Codice Melitense.
Non è la prima volta, nei secoli della sua esistenza, che il nostro beneamato Ordine è chiamato ad aggiornarsi. Ha talvolta vissuto momenti cruciali, alcuni dei quali particolarmente difficili. Ma ogni volta è riuscito, con il sostegno di Nostro Signore e della Beata Vergine - alla quale ci siamo rivolti con particolare devozione al cospetto dell’immagine della Madonna della Quercia - a superarli ed a proseguire con rinnovato vigore la propria missione nel mondo.
L’Ordine Militare di Malta è una “famiglia” i cui membri devono avere la vocazione di operare con umiltà, coraggio, generosità, spirito di servizio, purezza di cuore, senza partigianerie. Così infatti recita la preghiera che il Prelato dell’Ordine ha redatto su richiesta di SE il Luogotenente di Gran Maestro per chiedere a Nostra Signora, al nostro Patrono San Giovanni Battista   ed al Beato Gerardo, fondatore dell’Ordine, di illuminare le menti e le volontà di coloro che lavorano per il bene dell’Ordine di Malta e specialmente per “tutti coloro che, nel momento presente, sono impegnati ad operare per la riforma alla quale ci chiama la sollecitudine materna della Santa Chiesa”.
Anche il Gran Priorato di Roma contribuisce a questo impegno collettivo. Abbiamo creato un Gruppo di studio, che si riunisce periodicamente per approfondire i temi di discussione e mettere a fuoco eventuali proposte. Abbiamo posto nostri esperti a disposizione dei gruppi di lavoro internazionali organizzati dal Gran Magistero dell’Ordine. Anche le Delegazioni hanno fornito, su nostro invito, il loro contributo di pensiero a questo esercizio.
Non vi può essere dubbio che il binomio “tuitio fidei” e “obsequium pauperum”, rappresenti tuttora, anzi più che mai, il mandato del nostro caro Ordine, in linea con la sua tradizione. 
L’ “obsequium pauperum” ci induce, come recita la preghiera per la Riforma, a “servire i nostri fratelli, i nostri Signori Malati ed i Poveri, con un cuore generoso, seguendo l’esempio di coloro che ci hanno preceduto”. E’infatti la presenza di un cuore - che può essere veramente generoso solo se è imbevuto dello spirito del Vangelo e se opera con animo disinteressato e profondamente cristiano (come recita la Preghiera del Cavaliere di Malta) - che distingue la carità del nostro Ordine da quella di altri.
La “tuitio fidei” è missione particolarmente importante e delicata quando, come adesso, il mondo ha grande bisogno di comportamenti esemplari oltreché fattivi.
“Tuitio fidei” significa non soltanto “difesa” della fede ma la sua “protezione”. La protezione certamente include la difesa ma ha una portata più vasta, nel senso che alla fede vadano dedicate cura ed attenzione continue che ne favoriscano la crescita ed il vigore a livello sia individuale che collettivo. Per il membro del Sovrano Militare Ordine di Malta, “tuitio fidei” significa innanzi tutto avere il coraggio di manifestare costantemente e senza timidezza la propria fede. Anche piccoli gesti, che superino quello che può essere un istintivo “rispetto umano” e ci facciano riconoscere come saldamente cristiani, fanno parte dell’esempio che un membro dell’Ordine può e deve dare al prossimo.
Ringraziandovi della vostra accoglienza ed augurandovi di proseguire la vostra militanza nell’Ordine con immutata dedizione, vi saluto confraternamente.
Amedeo de Franchis
Procuratore del Gran Priorato di Roma